Intervenendo al convegno degli organismi di parità della Regione, in aula consiliare, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha fatto il punto della legge elettorale regionale e delle norme di parità di genere.
Partendo da quelle che ha definito “incomprensioni e prese di posizione”, tra le forze politiche in commissione affari istituzionali, Introna ha sottolineato il rischio “di andare incontro a un iter fatto più di muscoli che di dialogo, indispensabile invece in una materia come la legge elettorale”.
L’Assemblea, ha detto, “è impegnata nell’adeguamento della legge 2/2005 alle osservazioni della Corte Costituzionale e alla modifica statutaria che ha ridotto il plenum a 50 consiglieri più il presidente eletto, ma la legge elettorale non appartiene a un partito o a un gruppo, è uno strumento di garanzia per i cittadini elettori. Sono certo che il buon senso e la ragionevolezza torneranno a guidare le scelte di tutti i colleghi e che il testo potrà essere modificato, nel rispetto della funzione autentica delle regole per le elezioni: offrire al corpo elettorale uno strumento chiaro, leggibile, praticabile”.
Quanto alle incomprensioni che hanno caratterizzato i rapporti tra i gruppi, il presidente del Consiglio si è detto certo che la prossima settimana, “già da lunedì, sapremo trovare le misure necessarie per ripristinare la correttezza del dialogo e del confronto, elementi necessari, obbligatori, indispensabili, per una legge così rilevante”.
Intanto, dalla comunità pugliese viene posta da tempo, non solo dalle donne, l’esigenza di una diversa attenzione alla questione della parità di genere, ha fatto notare Introna, rivolgendo “ancora una volta un appello ai colleghi, per un dibattito alla luce del sole. L’auspicio è che si rinunci al voto segreto, senza farsi risucchiare dal cono d’ombra delle incertezze.
Sono certo – ha concluso il presidente – che il Consiglio affronterà la discussione con la massima trasparenza, avviando il percorso verso una importante parità di genere e superando questo gap ingiustificato e immotivato di presenze femminili”. (fel)