09/05/2017
Commemorazioni
Presso il monumento allo statista di Maglie e alla sua scorta, si è svolta la cerimonia commemorativa che si rinnova su iniziativa della Fondazione Centri studi Aldo Moro, presieduta da Luigi Ferlicchia. Loizzo e l'assessore del Comune di Bari Silvio Maselli hanno deposto corone di alloro alla presenza delle massime autorità militari e civili. È intervenuto il prof. Raffaele Coppola, promotore di giustizia della Corte d’Appello dello Stato vaticano.
La mattina del 9 maggio 1978, in via Caetani, nel centro di Roma, col ritrovamento del corpo di Moro si concludeva tragicamente la vicenda del sequestro, avviata il 16 marzo con la strage dei cinque uomini della scorta, in via Fani: “55 giorni - ha detto il presidente Loizzo - durante i quali tutto quello che accadeva era facilmente intuibile, ma un'inquietante cortina di omissioni, reticenze e depistaggi continua ad impedire la piena conoscenza della verità”.
A distanza di quasi quarant'anni, il delitto Moro è ancora senza risposte definitive e l'Italia istituzionale si ritrova intorno alla sua memoria e torna a chiedere allo Stato “di continuare a cercare quella verità, chiarendo moventi e mandanti”, che vanno oltre gli esecutori delle Brigate Rosse.
“Su queste ombre si staglia nitidamente il sacrificio di Aldo Moro, vittima di quella che egli stesso definiva 'una democrazia difficile': il Consiglio regionale della Puglia ribadisce con forza la necessità di fare piena luce su quella che resta una ferita grave alla credibilità delle Istituzioni democratiche del nostro Paese”. Le BR lo hanno ucciso, ma non hanno cancellato, “la sua statura etica, la lezione politica, il suo contributo alla stesura della Carta Costituzionale, che per Moro non poteva che essere convergenza di valori condivisi, sintesi dei partiti e dei movimenti politici nati dalla lotta contro il fascismo e per la democrazia”.
Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato la costante ricerca del dialogo da parte del grande politico pugliese: “guardava allo sforzo che l’Italia andava compiendo in quegli anni, seguendo la sua visione illuminata che puntava a superare le contrapposizioni ideologiche, perché il nostro Paese crescesse finalmente come una democrazia compiuta”.
Con Moro e nel giorno del delitto di mafia che uccise Peppino Impastato, si ricordano tutte le vittime del terrorismo, oltre agli uomini della scorta caduti nell’agguato di via Fani: il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l'appuntato Domenico Ricci, il vice brigadiere di PS Francesco Zizzi di Fasano, gli agenti Raffaele Iozzino e Giulio Rivera. (fel)
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