Asset Publisher

null Nell'80° anniversario della morte di Antonio Gramsci

28/04/2017
Commemorazioni
Ricorre il 27 aprile l’80° anniversario della morte di Antonio Gramsci.
La Puglia, che lo ha “ospitato” nelle carceri di Turi per oltre cinque anni, deve ricordarne l’esempio, il pensiero e la straordinaria tenacia e coerenza, unite alla grande lucidità e lungimiranza con le quali egli seppe leggere i segni di un tempo tormentato e difficile.
I suoi studi, le sue ricerche, le sue originali analisi sulla storia nazionale dell’Italia e delle classi sociali, ne hanno fatto uno dei più studiati autori, ancora oggi, in molti Paesi del mondo insieme al riconoscimento pressoché unanime, secondo cui può essere considerato uno dei più grandi intellettuali del XX secolo.
Gramsci è stato un filosofo, un giornalista, un critico letterario, ma prima di tutto un uomo che ha lottato con coraggio, pagando sino in fondo, per le sue idee.
Il suo disprezzo verso gli “indifferenti” può essere considerato oggi di grande attualità dinanzi ai fenomeni dilaganti del populismo e dell’antipolitica.
Ma Gramsci è stato anche il più lucido teorico della Questione meridionale. Il grande pensatore sardo riteneva giustamente che il drammatico divario tra nord e sud del Paese, non dovesse essere letto come puro fenomeno localistico, ma come conseguenza del processo risorgimentale che si era risolto a sfavore e contro il Mezzogiorno d’Italia.
Tuttavia, Gramsci non pensò mai di contrapporre il Sud contro il Nord, fomentando i bassi istinti separatisti o secessionisti che incominciavano già a serpeggiare nella Penisola. Al contrario, egli pensò che solo l’unità dei contadini del Sud con gli operai del Nord, potesse garantire un reale ed armonico sviluppo economico e sociale del Paese. Una tesi che, nei suoi Quaderni scritti nell'angusta cella di Turi difese strenuamente anche contro quelle suggestioni antimeridionaliste che serpeggiavano in alcuni ambienti del socialismo padano, dove talvolta si pensava al Sud, come “palla al piede” del Paese.
“Il Mezzogiorno non ha bisogno di leggi speciali e di trattamenti speciali - scriveva Gramsci - ha bisogno di una politica generale, estera ed interna, che sia ispirata al rispetto dei bisogni generali del paese, e non di particolari tendenze politiche o regionali”.
È una frase scritta un secolo fa: ma come tante altre intuizioni ed affermazioni del grande pensatore sardo, appare ancora oggi di straordinaria attualità.
Fosse solo per questo, come italiani e come meridionali, dovremmo ricordarlo con deferenza ed affetto.