26/02/2020
Migrazioni
Per offrire loro la prima importante assistenza sono fondamentali figure di affiancamento e orientamento, che sappiano facilitare l'interazione di giovani di origini e culture diverse con un ambiente del tutto nuovo, aiutarli ad integrarsi, fare da collegamento con le istituzioni pubbliche. Questa è la funzione del mediatore interculturale, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, intervenendo alla presentazione del primo elenco sperimentale.
Dal 2019, ha ricordato il garante Ludovico Abbaticchio, un protocollo d’intesa disciplina la collaborazione col Cefass, che concretizza una delle buone prassi avviate in materia di inclusione e formazione lavoro dei minori stranieri in Puglia. Il Cefass cura la formazione e la gestione dell’elenco dei formati, “tecnici” qualificati in mediazione culturale che potranno rispondere alla richiesta crescente di questa funzione, da parte di aziende, enti e istituzioni. Dopo il corso a Lecce, Stephan ha svolto il tirocinio in due centri di accoglienza, per verificare sul campo quanto appreso.
Si tratta di un’iniziativa “sperimentale”, perché cerca di aprire la strada agli assessorati ed alle realtà sociali senza sostituirle, ha precisato Abbaticchio. Per ora è solo un elenco, ma si auspica di poter arrivare ad un albo riconosciuto a livello regionale, ha fatto presente la direttrice del Cefass Anna De Tommaso: “con le competenze acquisite, i nostri allievi potranno inserire i ragazzi assistiti e a loro volta inserirsi lavorativamente nella nostra società”. Sono prospettive di inserimento sociale che stanno “salvando” molte ragazze, vittime di tratta.
Il Consiglio regionale è un organismo articolato, ha ribadito il presidente Loizzo e che va ben oltre la missione principale, fare leggi. “Proviamo a dare il nostro contributo per cercare di rendere migliore la Puglia e nel complesso delle attività extralegislative, è importante quella dei garanti, che sono diventati punti di riferimento a livello nazionale. Intervengono assiduamente sulle fragilità sociali, in questo caso i minori che sbarcano soli, bisognosi di chi possa affiancarli, parlando la loro lingua, conoscendo la loro cultura e facendo da ponte con la lingua e la cultura de nostro Paese”. (fel)