Tutela della salute pubblica ex art. 32 Cost. – Implementazione di misure volte a contrastare notizie false o non corrette relativamente all’emergenza sanitaria da Coronavirus – Covid19. Delibera n.129/20/CONS del 18 marzo 2020.
L’Autorità, nella riunione di Consiglio del 18 marzo u.s., alla luce del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020 con il quale è stato dichiarato per sei mesi lo stato di emergenza nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (COVID-19) ed esaminato il decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, con il quale sono state disposte una serie di misure volte a garantire la tutela della salute pubblica e la sicurezza, ha rilevato la necessità di rivolgere a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici un richiamo affinché, in ossequio ai principi sanciti a tutela di una informazione corretta ed obiettiva, garantiscano una adeguata copertura informativa sul tema del “coronavirus covid-19”, ponendo in essere ogni sforzo per assicurare la testimonianza di autorevoli esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti informazioni verificate e fondate in merito alle caratteristiche epidemiologiche del coronavirus, nonché dei comportamenti di prevenzione del contagio e di trattamento dello stato di infezione (delibera n. 129/20/CONS).
Sulla scorta di tale premessa, a norma dell’art. 21 della Costituzione come interpretato dalla giurisprudenza costituzionale e ordinaria, i mezzi di comunicazione di massa devono concorrere a fornire alla pubblica opinione un’informazione completa, obiettiva, imparziale. Pur considerando le numerose e diverse caratteristiche distintive dei fornitori di piattaforme per la condivisione di video rispetto ai tradizionali mezzi di comunicazione di massa, e tenendo conto delle misure autonomamente adottate in sede di autoregolamentazione, l’Autorità ha ritenuto di rivolgersi anche ad esse (delibera n. 129/20/CONS, art. 1, comma 2), sottolineando l’importanza della diffusione, in particolare sui social media, di informazioni medico-sanitarie corrette e scientificamente fondate in relazione alle caratteristiche epidemiologiche del coronavirus, nonché dei comportamenti di prevenzione del contagio e di trattamento dello stato di infezione. Ci si riferisce qui, in tutta evidenza, alle sole informazioni di esclusiva natura medico-sanitaria o di profilassi, anche in ragione del diffondersi di molteplici notizie false in merito, ripetutamente segnalate all’Autorità e recentemente pubblicamente denunciate dal Capo della Protezione Civile.
Allo scopo di contribuire efficacemente alla tutela della salute pubblica in questa fase di emergenza, l’Autorità, nell’esercizio delle proprie funzioni di vigilanza, ha contestato ai canali 61DTT e 880 SAT, eserciti da società facenti capo al noto giornalista Panzironi, la trasmissione di “contenuti, commerciali e non, potenzialmente suscettibili di porre in pericolo la salute degli utenti in quanto induttivi di una sottovalutazione dei rischi potenziali del virus CoVid-19 e dell’erroneo convincimento che lo stesso possa essere trattato con misure non terapeutiche ma alimentari o di mera integrazione, e conseguentemente idonei a ridurre il senso di vigilanza e di responsabilità verso i rischi sanitari e quindi tali da risultare pregiudizievoli per la salute dei consumatori/utenti”. In particolare, l’Autorità ha riscontrato nella programmazione visionata la presenza di una edizione de “Il Cerca Salute” identificata come “Speciale CoVid-19”, e caratterizzata dalla sovraimpressione fissa sul lato superiore dello schermo del claim “Quello che non ti hanno detto del coronavirus”, in cui sono riscontrabili affermazioni di significativa gravità alla luce del quadro normativo di riferimento. I contenuti, infatti, risultano potenzialmente suscettibili di porre in pericolo la salute degli utenti in quanto induttivi di una sottovalutazione dei rischi potenziali del virus CoVid-19 e dell’erroneo